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RAVENNA, VISTA DAGLI STUDENTI

News · 19/04/22

Racconto di viaggio



Sono trascorsi alcuni giorni dalla visita di istruzione a Ravenna, organizzata per gli studenti del Liceo Linguistico e Liceo Artistico.
Abbiamo chiesto a due studenti delle classi seconde del Liceo Artistico di raccontarci la loro esperienza.

Mettetevi comodi!

"La gita a Ravenna è stata una cosa di cui forse tutti noi avevamo molto bisogno. Dopo due anni in cui siamo stati bloccati dal Covid, soprattutto noi giovani, in cui l’uscire, lo stare insieme e vivere delle esperienze in compagnia è mancato, la gita è stato come un piccolo risveglio alla vita che avevamo. 
Oltre alla ricchezza della città stessa, dei suoi monumenti, colori e soprattutto mosaici che ci hanno colpiti, lo stare uniti e conoscerci meglio in un contesto che non sia la scuola, ci ha arricchiti e soprattutto ci ha legati, permettendoci di conoscerci meglio. 
Dalle attività didattiche di visita ai diversi edifici, basiliche, battisteri, cappelle e musei, abbiamo potuto goderci dei momenti in cui la vita risuonava in tutte le sue note, le corse al mare, i momenti ammassati tutti insieme nelle stanze del albergo prima di andare a dormire, le preste colazioni, le pause pranzo a prendere il sole in piazza, le risate e le chiacchiere. Ci sono stati anche degli istanti più impegnativi, di lavoro, di concentrazione, la stanchezza, i compiti serali, i quali però sono stati vissuti in compagnia l’uno dell’altro, rendendoli meno pesanti. 
Non è stata una gita di puro svago ma di crescita e soprattutto di arricchimento artistico culturale e di momenti che ci hanno legati umanamente, che conserveremo per sempre nei nostri cuori."
Lisa Lin Von Arx, classe seconda A

"La nostra avventura è iniziata con la “melodiosa” voce della sveglia che ci ha rammentato il compito di ultimare i preparativi, di fare una veloce colazione e di dirigerci verso il pullman. 
Dopo un rapido controllo dei Green Pass e della presenza di tutti gli alunni, il viaggio è incominciato con gli effetti della levataccia ancora visibile sui volti dei compagni, ma in breve questi volti assonnati sono stati sostituiti da sorrisi ed esclamazioni eccitate. Durante il tragitto alcuni hanno dormito sulla spalla del compagno che ascoltava la hit del momento nelle cuffie, qua e là c’erano amici che scherzavano e che premeditavano le varie trasferte nelle camere delle compagne di classe, qualcuno decideva di immergersi nei propri pensieri e di alleviare il viaggio osservando il paesaggio che gli correva di fronte: campi di tutte le tonalità di verde, piccole o grandi aziende che interrompevano questa pellicola naturale. Ed infine c’era un gruppetto di donzelle che si divertiva a salutare i camionisti che sfrecciavano di fianco al finestrino. 
Come intermezzo del viaggio c’è stata la grandiosa visita al Castello di Fontanellato. L’ultimo fotogramma del nostro film ci ha mostrato un cartello che diceva che eravamo giunti a Ravenna. Il percorso dal cartello al nostro hotel è stato vissuto con un pizzico di timore misto a curiosità perché c’era qualcuno che aveva fatto notare la semplicità del posto e che aveva messo in dubbio la qualità dell’hotel. Ebbene, questo ragazzo e tutti gli altri si sono sbagliati e infatti sono rimasti stupiti dalla modernità dell’edificio che si stagliava davanti a loro. Dopo una veloce ma complessa distribuzione delle chiavi e delle stanze ci siamo potuti concedere una piccola sosta nelle camere. È stato quello il momento che ha permesso di iniziare a tessere le nuove relazioni tra ragazzi delle varie sezioni ed indirizzi. 
Abbiamo subito cominciato il nostro tour con Apollinare Nuovo, la Cappella Arcivescovile e il Battistero degli Ortodossi: queste visite sono state accompagnate dalle temutissime - la professoressa Cattaneo è stata di parola - interrogazioni sulla storia, l’architettura e l’iconografia dei mosaici al loro interno. I momenti passati in bus a ripassare sono stati fondamentali! 
Distrutti e intorpiditi siamo ritornati in albergo per farci una doccia e per prepararci alla cena: ovviamente le ragazze erano le più minuziose ed eleganti nel vestiario. Come un branco siamo entrati nella sala in cui avremmo fatto cena e colazione per i successivi giorni: abbiamo potuto placare la fame mangiando cappelletti al ragù, pollo con patate e l’indomani mattina ci siamo sbizzarriti con il buffet. 
Quella sera il riposo di tutti, albergatori e professori, è stato cullato da innumerevoli rumori: passi di colei che voleva raggiungere le amiche nella camera in fondo al corridoio, urla che giungevano dalla camera dei maschi che facevano battaglie di cuscini, colpi sordi di porte sbattute. Insomma, una notte movimentata. Ma quella stessa sera si sono presentate anche le leggendarie domande post tour: “Se annoiati siete potenzialmente distruttivi e quindi vi terrò occupati” ci aveva minacciato la prof. di Storia dell’Arte qualche giorno prima. 
Il secondo giorno è stato quello più gettonato ed entusiasmante: forse per le pile ricaricate con la dormita del giorno prima, forse per le due ore concesse per mangiare e gironzolare autonomamente per la città o magari per i luoghi visitati. Vi ricordate dei ragazzi scettici?
Ecco, anche questa volta sono stati smentiti dalla bellissima architettura del centro di Ravenna: palazzi storici che si addossavano a quelli più recenti, chiese inghiottite tra case che cercavano di sommergerle, boutique di moda e di artigianato locale e commistioni tra interni moderni e facciate storiche come nel Marcato Coperto. Quella mattina siamo stati a San Francesco, al Battistero degli Ariani, alla tomba di Dante Alighieri e a Galla Placidia; i gruppi creati con gli alunni della sezione A e B ci hanno esposto le peculiarità storiche artistiche dei vari monumenti, non senza strafalcioni che hanno fatto sussultare le professoresse e innescato risate e derisioni. Risate che sono state dirette a colui che come giustificazione dell’abbassamento del piano di calpestio delle basiliche ha detto subsidenzia invece che subsidenza. Da quel punto in poi tutte le caratteristiche architettoniche un po’ “imprecise” sono state giustificate con: “È il fenomeno della subsidenzia che ha fatto pendere da un lato la torre”.  
Successivamente ci siamo sparpagliati a gruppetti per andare a mangiare la famosissima piadina romagnola oppure più banalmente un trancio di pizza. Ovviamente non si poteva andare nel centro di una città e non fare un po’ di shopping…. le ragazze sono tornate con borse stracolme di vestiti, gadget per unghie e per la bellezza, i maschi invece hanno deciso di occupare il tempo giocando a calcio con bottigliette di plastica oppure sparando con la cannuccia le palline della BubbleTea in testa all’amico distratto. Da lì in poi la professoressa Cattaneo è diventata una muraglia, o meglio ostaggio, per difendersi dalle palline gelatinose. Quel pomeriggio siamo entrati nella Domus dei tappeti di pietra e a San Vitale, entrambi siti dell’UNESCO che hanno permesso alla professoressa Cuccagna, ravennate DOC, di anticipare alcuni segreti sulla bellissima tecnica del mosaico che avremmo visto il giorno seguente. La prof. non poteva non esserci perché senza di lei non avremmo preso scorciatoie utili e gelati nei migliori posti di Ravenna: ma la prof Cuccagna sarà ricordata come colei che ci ha portato in spiaggia, deserta e meravigliosa allo stesso tempo, tramutata in campo da corsa e in pista da ballo per i Tik Tok. 
La giornata si è conclusa puntualmente con le tempestive e pungenti domande della docente. 
Il terzo giorno si è rivelato quello con il clima migliore: sole caldo ma non troppo, vento che spettinava i capelli e che smorzava il tepore dei raggi, cielo cristallino. Il Mausoleo di Teodorico è stato il primo sito che ci ha permesso di vedere la città da un punto di vista più rialzato grazie ai due piani della struttura: in seguito ci siamo incamminati verso l’atelier di mosaici in cui un’esperta ci ha fatto scoprire le caratteristiche di questa tecnica, ci ha mostrato, con nostro stupore, che per tagliare e creare i tasselli basta un colpo delicato di mazzetta sul pezzo di simil-vetro che è a sua volta sostenuto da una sorta di cuneo metallico. Ovviamente bisogna impiegare molta pazienza e dedizione per questi lavori che possono arrivare a costare cifre vertiginose.  
Nella parte terminale della mattinata abbiamo visto il MAR, Museo Arte Ravennate, e abbiamo potuto cibarci in un carinissimo barettino nel giardino retrostante. Nella seconda parte della giornata abbiamo visitato il museo di Classis e l’omonima basilica: Sant’Apollinare in Classe.
Nello stesso modo in cui la nostra avventura è iniziata è anche terminata: sveglia con le galline, preparativi delle valigie e restituzione delle chiavi. 
Questa bellissima tappa della nostra vita scolastica penso che abbia insegnato un po’ a tutti che i termini come vecchio, antico e museo non siano soltanto sinonimi di noia, superato e già visto: i meravigliosi mosaici di San Vitale che brillavano di luce propria, la semplicità e monumentalità del Mausoleo di Teodorico, la modernità strutturale e storica del museo Classis e la sfarzosità dei pavimenti della Domus hanno confermato che l’arcaico può essere estremamente attuale e interessante, addirittura magico. 
Ringraziamo le professoresse Cattaneo e Cuccagna e il professor Cernicchiaro, citato per ultimo ma irrinunciabile fonte di battute e risate, per la loro grande pazienza e per la loro disponibilità nello spiegare concetti e avvenimenti.  
Non vediamo l’ora di rivivere con loro un’esperienza come questa!"
Valentin Galimberti, classe 2B







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