E' un vero e proprio "laboratorio creativo" quello che stanno vivendo i ragazzi della classe seconda Liceo Artistico in questi giorni, nelle aule di Incisione dell'Accademia di Belle Arti "Aldo Galli". Come ogni anno, alla classe seconda è riservato questo corso di Incisione volto alla conoscenza delle tecniche calcografiche antiche quali l'Acquaforte, l'Aquatinta e la Puntasecca. Nella prima fase, tutta dedicata all'Acquaforte, gli studenti hanno un compito arduo: realizzare un libro d'artista sui segni zodiacali! Per capire la difficoltà di queste tecniche, vi invitiamo a leggere la procedura per la realizzazione dell'Acquaforte. La base di lavoro è la lastra ricoperta di una vernice sottile, relativamente morbida, non scheggiabile e impermeabile all'acqua e agli acidi deboli. Su questa lastra (di rame)l'artista lavora con una punta, come se disegnasse. Senza fatica mette a nudo il metallo lungo i segni che va tracciando. Terminato il lavoro, la lastra viene immersa nell'acido per un tempo più o meno lungo, proporzionato alla concentrazione del bagno stesso. Appena la lastra è incisa, dalla corrosione dell'acido, la si passa in un solvente che asporti la residua vernice e la si ha pronta per l'inchiostrazione. La lastra una volta inchiostrata deve essere pulita con una pezza, la tarlantana, per eliminare l'inchiostro in eccesso, e dalle zone che dovranno essere bianche. In questa fase è possibile lasciare delle velature di inchiostro che potranno dare effetti simili all'acquerello. La tarlantana è una garza, a trama larga, in tessuto poco assorbente. A questo punto la lastra e' pronta per essere stampata Il torchio calcografico è costituito da due rulli, intervallati da un piano, attraverso i quali si fa passare il foglio da stampare. I rulli vengono fatti ruotare attraverso un meccanismo attivato da un manubrio, che anticamente era molto pesante, lo stampatore deve far forza con il piede per farlo ruotare. Si pone sul piano il foglio di carta, inumidito, sopra di esso la lastra incisa, a faccia in giù, si attiva il torchio facendo ruotare i rulli attraverso i quali passa il piano che viene schiacciato dalla pressione dei due rulli. La fase finale e' quella in cui le stampe, inumidite, devono essere messe ad asciugare. Nell'Europa del nord, i fogli ancora bagnati venivano appesi per l'asciugatura ad un filo, come i panni. Quest'operazione talvolta portava, a causa del peso elevato della carta bagnata, alla rottura della carta all'impronta della lastra; ed è per questo che di frequente queste incisioni sono prive dei margini. Questo avviene perché i bordi della lastra, assottigliando la carta in fase di stampa a causa della pressione del torchio, facevano da taglierina.
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