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A caccia di Tesori - Umbria 2023


12 Aprile 2023

Un viaggio misterioso

È l’alba di un nuovo giorno all’Istituto Alberghiero Gianni Brera (ma alba nel vero senso della parola eh, sono le ore 5.30!) e alle classi terza e quarta è stata recapitata una misteriosa lettera, da un anonimo finanziatore che si firma semplicemente “DD”, che ha stanziato fondi illimitati per inviare 46 tra esploratrici ed esploratori a ritrovare alcuni tra i più importanti TESORI ENOGASTRONOMICI D’ITALIA! 

Al punto d’incontro definito nella lettera, appaiono lentamente dalle fioche luci del giorno due loschi individui: il primo, nascosto sotto il suo cappello, è il leggendario archeologo Indiana Gaspa, fresco di ritrovamento del Santo Graal; dalla parte opposta si avvicina Stef O’Connell, il famoso egittologo che ha recuperato il Libro dei Morti e combattuto contro il Re Scorpione. Ma per un’avventura così importante servono gli esperti migliori: ecco arrivare, dopo una serie di rocambolesche capriole e volteggi, l’intrepida avventuriera Betta Croft, che ha recentemente portato alla luce il Vaso di Pandora (senza, fortunatamente, aprirlo).

I valorosi esploratori sono pronti, i coraggiosi avventurieri sono veramente carichi (almeno nell’animo, perché le loro facce all’alba somigliano più a quelle degli zombie) e quindi…dove si va?? Sulla lettera non c’era scritto nulla, solo il punto di ritrovo!

All’improvviso compare da lontano un vecchio camion merci sgangherato, che si avvicina ai nostri uomini sbandando e scricchiolando. Fermandosi davanti a loro, si apre la porticina e scende un simpatico uomo barbuto che si fa chiamare Gjor-jo; in men che non si dica carica tutti gli avventurieri sul pesante mezzo e consegna una busta sigillata ai capi di spedizione. All’interno una lettera con un indovinello: “La culla della lingua italiana, del buon vino e della Hòha-Hòla hon la hànnuccia”. Dopo una rapida occhiata, la perspicace Betta Croft urla alla compagnia: “Si va in Toscana!”

 

Disseminati per la strada vengono ritrovati numerosi indizi con riferimenti enologici e, dopo una sosta per sgranchire le gambe, ecco la prima meta di esplorazione: CANTINA LA BRACCESCA, dei Marchesi Antinori. Vigneti a perdita d’occhio, con le gemme delle viti appena sbocciate, sotto un cielo maculato di nubi. Dov’è nascosto il tesoro? La spedizione viene accompagnata prima tra i filari dove l’enologo ha sapientemente spiegato le tecniche di vinificazione del famoso vino Nobile di Montepulciano e del sorprendente Syrah, che grazie ai terreni della zona di Montepulciano e Cortona si arricchiscono di aromi e sapori unici al mondo! Strepitosa la bottaia, con uno stuolo di barrique, tonneaux e botti di legno di rovere francese che affinano pazientemente i tesori enologici della Cantina. Un’altra perla è stato il pranzo: grande buffet con svariati bocconi saporiti, panzanella tipica e formaggio locale, per concludere con dei Pici al ragù di Chianina e una torta caprese su salsa di agrumi. Sazi e soddisfatti, i nostri avventurieri, dopo aver goduto del tiepido sole primaverile tra le vigne e le colline toscane, non devono perdere di vista la missione principale del loro viaggio; sotto il grande masso presente all’uscita della cantina sbuca un’altra lettera misteriosa: “Boschi ombrosi, punto di riferimento per la produzione del cioccolato italiano e tartufo nero”. Il coraggioso Indiana Gaspa annuncia a tutti la prossima meta: si va in Umbria, precisamente a Perugia!

Così, dopo uno stanco viaggio traballante nel camion merci, passando vallate e colline che sembrano disegnate, il simpatico Gjor-jo, prima di svanire nel nulla, scarica tutti al campo base, tra i boschi perugini, dove riposare le stanche membra o…lanciarsi spericolati nel campetto adiacente per svagarsi e far salire l’adrenalina. Purtroppo bisogna annoverare i primi feriti, colpiti da potentissime fiacche sotto ai piedi e sapientemente curate dalla nostra eroina Croft. 

È solo la prima giornata e le scoperte sono state già incredibili. Dove ci condurranno i prossimi indizi?? Per oggi è meglio riposarsi al campo e godere del delicato fruscio degli alberi nella notte stellata e illuminata dalla fievole luce della luna.

 

 

13 Aprile 2023

Tra cazzotti e baci da Perugia

Una sirena suona in lontananza e piano piano si avvicina per dare il buongiorno. Proviene da un grande dirigibile, che lancia una scaletta di corda, dove tutti i nostri avventurieri si arrampicano e salgono con grinta (almeno nell’animo, come sempre, perché il risveglio è sempre complicato). Si presenta al comando del dirigibile un simpatico uomo barbuto chiamato Jorges, che consegna un altro indizio alla compagnia. Stef O’Connell capisce subito l’importanza della giornata: cultura e cioccolato! 

La prima meta è il centro della città di PERUGIA, ma l’ingombrante mezzo fatica a sorvolare le strette vie della città, disseminate di torri, porte e strettoie ripide. Jorges fa continuamente girare in tondo il veicolo come se non riuscisse a imbroccare la strada corretta, ma alla fine Betta Croft ordina di prendere la via giusta e si riesce a raggiungere il punto d’incontro con Valhallentin, la grandiosa guida ingaggiata per l’esplorazione della città. I nostri avventurieri vengono condotti negli affascinanti cunicoli della Rocca Paolina, dove le mura etrusche sovrapposte dai più recenti mattoni del 1500 creano un’atmosfera affascinante e adatta all’impavido archeologo Indiana Gaspa. L’esplorazione continua per le vie del centro storico, per la fantastica fontana monumentale e l’esterno della Cattedrale di San Lorenzo. Alcuni della compagnia iniziano a sentire la fatica, gli infortunati rallentano il gruppo e sono portati a spalluccia o si trascinano stancamente per le vecchie stradine che trasudano storia. 

Nel frattempo O’Connell decifra la seconda parte dell’indizio e Jorges porta il gruppo alla sede principale della PERUGINA. La nostra esplorazione si trasforma in una vera e propria caccia al tesoro, visto che il grande cancello della sede non si apre, nemmeno con tutte le soluzioni trovate agli innumerevoli indovinelli proposti dalle sfingi presenti in portineria. Alla fine si guadagnano l’entrata sfondando le porte con tutta la truppa e inizia l’invasione della grigia industria. Lentamente la storia affiora grazie a video, racconti e…degustazioni a base di “Cazzotti” (oggi chiamati volgarmente “Baci”), i leggendari amuleti glassati di cioccolato fondente “Luisa” o altre tipologie a edizione limitata in anteprima esclusiva! Il fulcro del Tempio Perugina è la cucina attrezzata per la Masterclass sui cioccolatini, dove l’esperto Maestro ha mostrato a tutti gli avventurieri i segreti per dei cioccolatini perfetti, ben temperati, croccanti e deliziosi. Dopo aver fatto incetta del cibo degli Dei, i nostri esploratori, erranti e affamati, invadono la fitta giungla urbana nei dintorni della Perugina, a caccia di cibo e riparo dalla potente pioggia che ha iniziato ad abbattersi sulla zona. Jorges ricarica tutti quanti nel suo dirigibile ingombrante e, sfidando le intemperie che aumentano pericolosamente, riporta i valorosi giovani sani e salvi al campo base, per poi svanire nel nulla. A questo punto un alone di mistero ricopre la truppa. Ora che si fa? Sporchi e spossati ognuno ritorna alle sue tende, ignari della prossima meta, ignari delle insidie gastronomiche che dovranno affrontare a breve.

 

Dal terreno fangoso, completamente zuppo di acqua, emerge uno scheletro gigantesco, probabilmente appartenuto a un enorme uomo preistorico. Indiana Gaspa capisce immediatamente che si tratta di un altro indizio e ricombinando in modo sensato la disposizione delle ossa compare il profilo di Montefalco e di un grosso Gambero (Rosso). L’associazione è immediata: non c’è molto tempo per riposare, perché si deve ripartire immediatamente per andare ALLA VIA DI MEZZO. 

Nei primi attimi del crepuscolo, sotto un coltre di nubi minacciose, giunge una macchina a vapore sbuffante, nuova di zecca; dalle nubi di vapore acqueo affiora un sospetto macchinista che urla a gran voce: “Salite, salite, si va a Montefalco!”. Immanuel, questo simpatico ometto smilzo, sfreccia a tutto vapore lungo i tortuosi sentieri umbri, mentre la pioggia torna a incalzare, aggressiva e intimidatoria. Giunti a un grande spiazzo isolato, Immanual caccia fuori tutti quanti frettolosamente, indicando di salire per la ripida scarpinata alla ricerca del famoso locale. I nostri intrepidi avventurieri questa volta si lasciano intimidire dal potente acquazzone che si sta abbattendo sopra di loro e i capi di spedizione faticano a trascinarli per le viuzze del paesino di Montefalco, mentre la pioggia impetuosa frusta chiunque con la sua potenza. Fradici e infreddoliti, i nostri eroi riescono a trovare riparo e ristoro nel famoso Ristorante Alla via di Mezzo, gestito dall’illuminato templare Giorgione. Rinfrancata nell’animo, tutta la compagnia si getta (coordinata dall’organizzatissima Betta Croft che si improvvisa anche cameriera) sul luculliano buffet dell’antipasto, ricco di vegetali sapientemente trattati, formaggi tipici, salumi del luogo e tanti piatti tipici umbri, toscani, laziali e del sud Italia. Successivamente si prosegue con i primi piatti, in quantità spropositata, dai tagliolini di pasta fresca al ragù umbro, agli gnocchi di patate con sugo di carne brasata al vino rosso e cipolle; a seguire enormi pezzi di cappone alle prugne e agnello arrosto, con un pungentissimo purè di patate, unto e pepato, come tra l’altro tutto il resto, perché un “nonnulla” di pepe ci sta sempre. La caccia di tesori gastronomici si conclude con un tris di fantastici dolci: dalla torta delle monache con ricotta, farina di mandorle e uova, alla vera panna cotta con frutti di bosco, ai potentissimi e ipercalorici brownies al cioccolato. I capi squadra hanno scoperto anche dell’ottimo vino Montefalco Sagrantino, per concludere l’esperienza e la conquista di altri tesori umbri; purtroppo Stef O’Connell non riesce più ad alzarsi dalla sedia, visto che la deambulazione con lo stomaco arrivato praticamente alle tonsille non è molto agevole, ma viene rialzato da due prodi avventurieri e rimesso all’azione (più o meno). Tra canzoni alla chitarra, sfide di abilità, foto di rito e consigli preziosi, il templare Giorgione congeda la folla; dopo aver ritrovato Immanuel e avergli chiesto gentilmente di non sfrecciare sulle tortuose strade locali per evitare inconvenienti derivati dallo sforzo immane dei valorosi stomaci per digerire tutto il cibo ingerito, ogni avventuriero viene riportato al campo base e, rotolando goffamente, ognuno torna alle proprie tende.

Il riposo, aiutato dal buono stato post-prandiale, è fondamentale per le avventure che seguiranno il giorno successivo. Da un tronco cavo impregnato di pioggia, infatti, è apparso un portale, contornato da simboli e grifi. Bisogna trovare quattro di questi simboli da inserire nel corretto ordine nel portale per aprire il varco verso la prossima meta d’esplorazione. Ma questa è un’altra storia e si affronterà domani…

 

 

14 Aprile 2023

Dal vino al divino

Alle prime luci della mattina, ancora avvolti nella fitta nebbia della notte, i tre esploratori sono già tutti concentrati e all’opera per decifrare i simboli del portale. Betta Croft, con la sua infallibile sagacia, ha già decifrato tutti gli indizi che l’hanno portata al primo simbolo da inserire, ovvero un’oliva. Anche Indiana Gaspa è riuscito stentatamente a rintracciare il simbolo di una vecchia anfora etrusca, ma Stef O’Connell fatica più del dovuto a trovare il terzo simbolo, finché la sua passione per il vino lo porta a identificare, finalmente, un grappolo d’uva. Il quarto simbolo è però ancora un mistero e gli avventurieri, già colazionati e pronti per la ricerca, brancolano nel buio di questa giornata molto nuvolosa. Ad un tratto ecco apparire dal nulla un simpatico uomo barbuto che si presenta come George III, vestito di un lungo saio e un bastone, che arriva in aiuto della spedizione estraendo dalla tasca un anello con inciso il simbolo di un prisma con una “L”. Ritrovandolo tra i grifi del portale, i nostri eroi inseriscono i quattro simboli corretti e il portale s’illumina di una luce sfolgorante. Tutti possono lanciarsi nella nuova avventura e vengono catapultati a…TORGIANO, nel pieno centro storico della città. Nelle viette medioevali del piccolo borgo di tesori da scoprire ce ne sono molti e i nostri ricognitori decidono di dividersi in due gruppi per esplorare più territorio possibile. L’immersione nella storia è immediata e i giovani esploratori hanno l’onore di raggiungere la Fondazione Lungarotti ed entrare al museo dell’olio, prima per conoscere la pianta dell’olivo, il suo allevamento e le più importanti cultivar locali, poi scoprendo tutti gli attrezzi antichi per la produzione dell’olio e infine imparando gli usi arcaici e più moderni dell’olio d’oliva. Il secondo gruppo ha esplorato il museo del vino, dove reperti archeologici di svariati secoli fa li hanno aiutati a ricostruire la storia del vino con tutta la sua simbologia, i marchingegni per la sua produzione e il suo utilizzo durante i banchetti, grazie a maioliche dipinte a mano di ogni epoca storica. Vista l’importanza dei tesori scoperti, i due gruppi di ricercatori si sono scambiati location per visitare entrambi i musei e uscirne più colti. Ma da sempre ripetiamo che la teoria non è nulla senza la pratica e allora la spedizione prosegue il suo viaggio verso la CANTINA LUNGAROTTI, storica azienda di produzione dei più tipici vini del territorio. Sempre divisi nei due gruppi, gli avventurieri seguono le esperte guide locali che, dopo aver fatto un focus sulla storia della cantina, li portano lungo tutto il processo di produzione dei vini: dai lunghi filari di viti allevate nel metodo Guyot e Cordone speronato, alla zona di diraspatura e pressatura soffice delle uve, alle distese di tini di fermentazione in acciaio, fino a raggiungere le grandi botti di rovere da 55 ettolitri che conservano il tesoro più prezioso della cantina, il Rubesco Riserva. Questo vino storico è prodotto da uve Sangiovese, che subiscono un affinamento in legno grande per un anno e successivamente una lenta maturazione in bottiglia, per garantire eleganza e complessità al vino, ricco di sentori terziari dati dall’affinamento. L’esperienza immersiva termina nell’enoteca della cantina, dove l’Export manager dell’azienda fornisce dettagli curiosi e tecnici sul mercato e le strategie di marketing dell’azienda. La competenza altissima delle nostre guide ha reso molto formativo il viaggio alla scoperta della cantina e tutti i nostri avventurieri sono rimasti compiaciuti delle loro scoperte, nonostante la fame crescente. Dalla cucina, allora, esce improvvisamente il pranzo, formato da bruschette del luogo, torta al testo umbra e pasta al ragù. I capi spedizione hanno potuto godere dell’assaggio di alcuni vini prodotti in loco, in modo da poter sapientemente consigliare alla truppa quali acquisti compiere: è un lavoro sporco, ma qualcuno doveva pur farlo…

Al termine del pranzo e degli acquisti, ecco riapparire nei pressi del portale il barbuto George III, con una nuova meta di esplorazione: una volta varcato il portale, un’aura di serenità e di gioia colpisce tutti quanti, perché i loro piedi si appoggiano sul selciato della meravigliosa città di ASSISI, la città della pace e Patrimonio UNESCO. Lo stupore, già elevatissimo per la bellezza del luogo sacro, giunge al suo apice quando sono raggiunti da Valhallentin, che con il suo microfonino e una radiolina con auricolare per ognuno dei viaggiatori, si prepara a guidarli anche in questa avventura. La tappa principale è la Basilica di San Francesco, finemente decorata e affrescata dal pavimento al cielo stellato delle volte superiori. Sia la Basilica inferiore, nella cui cripta è stata ammirata la tomba di San Francesco, sia la Basilica superiore, con le sue altezze vertiginose e i suoi colorati affreschi che hanno dato i natali alla pittura italiana grazie al giovane Giotto, ha suscitato grande stupore ed entusiasmo in tutti gli esploratori. La guida Valhallentin ci porta alla grande balconata dominante sulle vallate circostanti e che lancia a caratteri cubitali un messaggio che, soprattutto in questo periodo, è quello che tutti noi auspichiamo: “PAX”, un tesoro preziosissimo che davvero arricchirebbe il nostro mondo.

La guida affidataci in questi giorni lascia tutti liberi di esplorare in autonomia la restante parte della città, consegnandoci gli ultimi indizi e suggerimenti riguardanti i prodotti tipici locali. I gruppi si sciolgono e ognuno per la sua strada, a seconda di attitudini e preferenze personali, si lancia alla ricerca di bevande, cibi, prodotti tipici, oltre agli affamati e assetati di cultura che fanno incetta di fotografie, una meraviglia per gli occhi.

George III riapre per l’ultima volta il portale che riporta tutti quanti al campo base, dopo questa spedizione affascinante e avvincente, tra il vino e il divino. Al campo base fremono i preparativi per il ritorno a casa, visto che il finanziatore misterioso ha rilasciato fondi illimitati, ma solo per 4 giorni e domani si devono levare le tende e riportare tutti i tesori scoperti a casa. L’ultima cena umbra si apre con la pasta al ragù, il vero leitmotiv di questo viaggio (ogni giorno se la sono cuccata), per la gioia incontenibile di Betta Croft che per mantenersi in forma mangia pasta di norma una volta al mese; il buon Stef O’Connell, anche esperto di nutrizione arcaica, apprezza invece lo stampo della dieta seguita in questi giorni (essendo un vero amante della pasta e dei primi piatti), nonostante osserva un pericoloso e crescente rischio di sovrappeso negli avventurieri. Indiana Gaspa, aiuto cuoco e lavapiatti per passione, non si è tirato indietro nemmeno al pasto più frugale e speziato, visto che appena gli si è aperto lo stomaco ha divorato qualsiasi cosa, chiedendo vari bis senza vergogna.

 

Manca l’ultimo tassello del puzzle, ormai siamo agli sgoccioli dell’avventura e, prima di riposarsi nelle proprie tende, i tre capi spedizione ricevono da un omuncolo quasi calvo, rosso in viso e visibilmente in balia dell’alcol, una busta sigillata da cera lacca con uno stemma riconducibile a un’alta torre (degli Asinelli) e due numeri “1” ai lati di essa. All’interno è presente una pergamena meravigliosa, con uno stupendo dipinto di tantissimi prodotti tipici di tutta Italia, animali di allevamento e moltissime specie vegetali da coltivare. Indiana Gaspa, trascinato dall'entusiasmo, sgrana gli occhi ed esclama a gran voce: “Wow, ma che FICO!”. O’Donnell e Croft si guardano negli occhi e un sorriso solca i loro visi: il rebus è stato risolto, involontariamente, in modo rapidissimo e, collegando tutti gli indizi, è evidente che l’indomani tutti quanti saranno attesi a FICO EATALY WORLD di Bologna alle ore 11.00. In quel preciso istante giungono al campo base una carovana di vecchie jeep sconquassate, guidate e coordinate da un simpatico uomo barbuto che dice di chiamarsi Giorgio, what else? L’organizzazione è presto fatta: sveglia prima dell’alba, bagagli pronti e caricati, colazione rapida e si partirà subito per l’Emilia Romagna. 

I nostri coraggiosi avventurieri possono godersi l’ultima notte in trasferta, tra canti, chiacchiere, momenti sereni e spensierati, delivery di ogni genere di cibo fino a tarda sera. Per garantire un sonno adeguato ed evitare i soliti zombie mattutini, Indy e Stef passano a fare un giro di ronda per le tende, in modo da mandare a letto tutti quanti e consegnare un generoso rinforzo positivo tra le varie camere: tavolette di cioccolato a profusione ritrovate nei meandri della Perugina e cedute a tutti per sfruttare l’effetto delle endorfine rilasciate dal cioccolato e garantire una serena e dolce notte.

 

 

15 Aprile 2023

Che Fico, quanti tesori scoperti!

Nel buio del mattino le tende si smontano, i visi si sciacquano (ma rimangono comunque con il filtro zombie), i bagagli si caricano e lo stomaco viene assonnatamente riempito da una blanda colazione. Betta Croft, già iperattiva, incita la truppa a concludere in fretta i preparativi e salire sulle jeep, mentre Indiana Gaspa controlla gli ultimi esploratori offuscati dal sonno e li carica a forza sui trasporti; l’unico che si gode lentamente la sua colazione è Stef O’Connell, assaporando il suo cornetto alla marmellata, ma solo per rimanere per ultimo a fare il chiudi fila, evitando la dispersione di qualche avventuriero, non per altro. Un rapido conteggio per non lasciare nessuno disperso nei boschi ombrosi e umidi dell’Umbria, poi Giorgio fa accendere tutti i motori dei veicoli e con un segno deciso, alle ore 6.45, la carovana parte in direzione Bologna. Il viaggio è alternato da pioggia battente e sprazzi di sereno, ma la costante del viaggio è il torpore generale di tutti gli avventurieri: nessuno scampa dal sonno profondo che si è abbattuto sulla compagnia, tranne sulla inarrestabile eroina Betta Croft che mantiene un noise di sottofondo costante continuando per tutto il tempo ad arricchirsi culturalmente col suo bracciale proiettante tecnologico.

Giorgio offre un caffè ai capi squadra e, molto rapidamente, guida la carovana fino al piazzale di Fico, dopo aver sfondato le barriere che non si sono aperte come dovuto. La fatica per ridestare dal sonno profondo gli avventurieri è grande, come grande è l’anticipo con cui si giunge all’ingresso; Betta Croft, dopo aver rischiato la vita per l’attacco di un tacchino aggressivo fuggito dal suo recinto, fa capire a tutti che i cancelli si apriranno entro un’ora e nel frattempo  si poteva tergiversare accanto a pecore, caprette, vacche, asini e alpaca, oltre ai restanti tacchini rimasti nel recinto. Finalmente tutti entrano nell’enorme capannone ricco dei più importanti tesori di tutta l’Italia, dopo aver conquistato un pass per seguire un corso su una produzione italiana a scelta tra la Mortadella, il gelato, un approfondimento sul vino e l’impasto della pizza. L’immenso salone è un campo perfetto per le scoperte enogastronomiche italiane, che sia girato a piedi, oppure in bicicletta, o attraversando le parti esterne piene di animali o facendo svariate prove di abilità lungo tutto il percorso. Durante i corsi il temerario Indiana Gaspa e il coraggioso Stef O’Connell si destreggiano con alcuni esploratori nel mondo della Mortadella, seguendo passo passo il procedimento per la sua realizzazione, grazie agli insegnamenti dei tecnici del Consorzio. Betta Croft ha invece seguito tutti gli altri corsi, mantenendo il controllo su tutto e su tutti gli avventurieri, seguendo da vicino sia l’impasto e la preparazione della pizza, sia la produzione del gelato artigianale e sia il corso sul vino. Il vero tesoro che i nostri avventurieri si sono portati a casa è stata proprio la formazione personale e l’aumento dell’esperienza professionale che ne è derivata da questa esplorazione, cosa molto preziosa e non sempre semplice da trovare. La soddisfazione è tendenzialmente buona e la compagnia è pronta per effettuare l’ultimo viaggio per raggiungere casa dopo un lauto pasto in autonomia; la carovana, sempre coordinata da Giorgio, riparte alla volta di Como, per consegnare i risultati della spedizione. Durante il viaggio è tempo di bilanci, infatti dopo questi giorni di avventurosa ricerca, il resoconto finale di tutte le scoperte effettuate è davvero molto ampio:

  • I famosi e tipici vini della Cantina La Braccesca di Antinori, con tutta la maestosa struttura.

  • I pici al ragù di Chianina del pranzo toscano.

  • Le fiacche ai piedi delle partitelle nel campetto.

  • La pasta al ragù.

  • La Perugia storica e la fontana monumentale.

  • La guida Valhallentin.

  • Il freddo, il vento polare, il gelo, la neve sugli altopiani.

  • La Perugina e l’arte di fare il cioccolato.

  • La pioggia battente dell’Umbria.

  • Il McDonald’s fuori dalla Perugina.

  • L’allarme antincendio e la corrente saltata al campo base.

  • La pioggia battente dell’Umbria.

  • Il personaggio di Giorgione, con la sua cucina leggera leggera (e la sua pasta al ragù).

  • L’affascinante storia di olio e vino.

  • I tipicissimi vini della Cantina Lungarotti, con il loro staff preparatissimo e la loro struttura affascinante.

  • La pasta al ragù.

  • La celestiale e mistica città di Assisi e la Basilica di San Francesco.

  • La pioggia battente dell’Umbria.

  • Colline verdeggianti e paesaggi incantati.

  • La pasta al ragù.

  • Il cameriere che faceva un po’ troppo il brillante, ma non poteva permetterselo.

  • Il delivery serale.

  • Le endorfine del cioccolato.

  • Piovono pulpeett’.

  • Le facce da zombie del mattino.

  • Il tacchino aggressivo.

  • I corsi istruttivi e i prodotti tipici di Fico Eataly World.

  • Il bello di stare insieme e godersi i momenti della vita.

 

La carovana raggiunge finalmente la madrepatria e il sole inizia a tramontare, come anche l’avventura dei nostri eroi giunge alla sua conclusione. Si eleva spontaneo un grandissimo saluto e ringraziamento a Giorgio che ci ha guidato in questa impresa (e anche a tutti gli altri autisti incontrati nel viaggio). La relazione dettagliata delle scoperte viene lasciata nell’enorme cassaforte di sicurezza della scuola e il misterioso finanziatore potrà calcolare se tutto il capitale investito è stato messo in buone mani. 

Le strade di Betta Croft, Indiana Gaspa e Stef O’Connell si stanno separando e chissà se riusciranno mai, un giorno, a riunirsi per un’altra avventura. L’importante è che tutti i nostri giovani avventurieri possano tornare alle proprie dimore sani e salvi (in primis), entusiasti, soddisfatti, arricchiti culturalmente e professionalmente e con tantissime nuove energie da investire nel proseguimento dell’anno scolastico.

 

Le ultime parole dei capi spedizione risuonano solenni nell’aria: non perdete mai la curiosità di esplorare i nostri tesori, enogastronomici e culturali, disseminati per tutta la nostra meravigliosa Italia!

 

Elisabetta

Daniele

Stefano

 

 



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